Lessico difficile


Note grammaticali


Trascrizione

Ciao e benvenuto o benvenuta su Podcast Italiano Principiante, un podcast per chi sa un po’ di italiano e vuole fare progressi attraverso l’ascolto di storie, riflessioni e conversazioni facili… ma anche stimolanti. Oggi ti racconto la prima storia di Natale del mese. Non ti spoilero molto, ti dico solo che è una rivisitazione italianizzata della meravigliosa opera Canto di Natale di Charles Dickens. Spero che ti piacerà. Come sempre, prima di cominciare, ti ricordo che troverai la trascrizione con il glossario sul nostro sito, podcastitaliano.com: queste risorse ti aiuteranno a capire perfettamente ogni parte di questa storia, ogni parola e costruzione che, magari, non conosci. Il link è nelle note di questo episodio, quindi vai a dare un’occhiata. La trascrizione è super utile, ti consiglio di usarla. Iniziamo: buon ascolto.

È la vigilia di Natale. Siamo a Verona. La nebbia avvolge le strade strette e i palazzi antichi. Le luci colorate dei mercatini brillano tra le vie, e il profumo di panettone e pandoro riempie l’aria. Le vie brillano fra lucine natalizie sui balconi e decorazioni all’entrata dei negozi.

Le persone camminano veloci: alcuni devono ancora comprare gli ingredienti per il cenone della vigilia di Natale, altri stanno acquistando gli ultimi regali. Piccoli pensierini che faranno felici i loro amici e familiari. Oggi è la vigilia di Natale, ma non sono tutti tutti contenti. Il signor Scruge, ad esempio, odia il Natale. Ora è nel suo ufficio, al terzo piano di un palazzo storico. Lavora per una famosa casa di moda e ha una posizione molto alta, un ruolo importantissimo. Per questa ragione, sotto di sé, ha molti dipendenti.

È un uomo di cinquant’anni, alto, con i capelli lunghi e brizzolati e gli occhi freddi. È noto in tutta la città per due cose: è ricco e tirchio. Tratta male i suoi dipendenti, è sospettoso e odia le feste. Soprattutto il Natale. Non ha amici e odia stare in compagnia.

“Il Natale… che festa stupida! Tempo perso e soldi sprecati!” ripete sempre nel suo ufficio in questo periodo dell’anno, guardando la neve che cade lenta fuori dalla finestra. La mattina della vigilia, Scruge, è di cattivo umore. Tanto per cambiare.

“Se non lavorate bene e velocemente, oggi, non vi faccio tornare a casa neanche per la cena di Natale! Mi avete capito? Incompetenti!”

“Signore, io dovrei andare via adesso, in realtà… da contratto non lavoro il giorno della vigilia, sono qui solo perché Lei me lo ha chiesto.”

“Ah, devi andare via adesso? Beh, se esci da quella porta… sei licenziata! Buon Natale!”

“Signor Scruge, la segretaria ha ragione. Non è giusto che ci tenga a lavorare anche la sera della vigilia di Natale. Alle 18 andremo tutti via.”

Stupidaggini! Andrete via solo quando lo dico io! Altrimenti come regalo di Natale riceverete un licenziamento! E spegnete i termosifoni che fa troppo caldo qui dentro!”

“Signore, ma fuori nevica e ci sono 2 gradi…”

“Stupidaggini! Comprati un maglione!”

La giornata è lunga ma, fortunatamente, tutti riescono a lavorare velocemente molto bene e a tornare a casa in tempo prima della cena della vigilia di Natale. Il signor Scruge decide invece di passare la vigilia di Natale in ufficio: a casa non ha nessuno che lo aspetta, e preferisce tenere la luce accesa e i termosifoni accesi in ufficio piuttosto che a casa. Almeno non deve pagare lui l’elettricità.

Per quanto riguarda invece la cena della vigilia di Natale, ci sono sempre le macchinette: lui ha una chiave per cui non deve pagare neanche, non deve inserire nessuna moneta. La sua cena della vigilia consiste in un tramezzino tonno e pomodori, una Coca Cola e un pacchetto di biscotti.

Dopo aver mangiato si siede e guarda fuori dalla finestra. Ormai è buio e la sera della vigilia è iniziata. Al signor Scruge viene sonno e chiude gli occhi, per riposarsi un po’. All’improvviso, una luce bianca e accecante illumina l’ufficio.