Ciao e benvenuto o benvenuta a un nuovo episodio di livello intermedio di Podcast Italiano. Io sono Irene e questo è un podcast per imparare l’italiano ascoltando contenuti interessanti. Oggi è 23 dicembre e domani sarà il 24 dicembre, la vigilia di Natale. Per questo motivo, oggi, ho deciso di parlarti un po’ di una delle più grandi tradizioni italiane, soprattutto quando si parla di Natale. Sto parlando delle carte da gioco.
Una scena tipica del Natale italiano è proprio questa: un salotto addobbato, il profumo di mandarini, panettone, pandoro e torrone, le luci dell’albero che brillano, la famiglia riunita e, sul tavolo, un mazzo di carte consumate dal tempo. Carte che passano di mano in mano, e di generazione in generazione. Il Natale, in Italia, non inizia veramente finché qualcuno non tira fuori un mazzo di carte.
Ma come, quando e perché le carte sono diventate così importanti per noi italiani? Come sono diventate uno dei simboli più caratterizzanti della nostra società? Per capirlo dobbiamo fare un viaggio. Un viaggio che parte da molto lontano nel tempo, nel 1300, e arriva fino alle nostre tavole natalizie odierne.
Prima di iniziare, ti ricordo che questo episodio è accompagnato da una trascrizione e da un glossario gratuiti che puoi trovare sul sito podcastitaliano.com. Si tratta di due risorse molto utili che ti consiglio di usare proprio mentre ascolti il podcast. O anche dopo averlo ascoltato, per rivedere le parole che magari non hai capito o che vorresti imparare, memorizzare. Comunque, il link a queste risorse è nelle note dell’episodio, che trovi nell'app che stai usando per ascoltarmi, Spotify, Apple Podcast, o qualsiasi app di podcast.
Ah, e scusa la mia voce. È molto bassa. Ho l’influenza e la tosse da due settimane. Mi fa male la gola. Questo episodio sarà un po ASMR. Fatta questa premessa importante, ora possiamo iniziare davvero.
Le origini delle carte da gioco sono ancora oggi un piccolo mistero: non abbiamo prove precise su quando e dove siano nate, ma quasi tutti gli storici concordano sul fatto che la loro storia inizi in Cina più di 1000 anni fa. Lì, si diffondono mazzi rudimentali, dipinti a mano su carta o pergamena, quindi preziosi e destinati a pochi. Non sappiamo esattamente che aspetto avessero, ma è certo che non assomigliavano ancora alle carte moderne: erano più simili a piccole opere d’arte portatili.
Da lì, le carte iniziano il loro lungo viaggio verso Occidente, probabilmente seguendo le rotte commerciali della Via della Seta. Passano attraverso la Persia e il Medio Oriente, e proprio in questa regione si collocano alcune delle testimonianze più antiche e sorprendenti: frammenti di mazzi provenienti dall’Egitto mamelucco, risalenti al periodo tra il 1200 e il 1500. Queste carte sono fondamentali perché mostrano per la prima volta una struttura che ci è familiare ancora oggi: 52 carte divise in quattro semi, coppe, denari, spade e bastoni, cioè gli stessi semi che, più avanti, verranno adottati nelle carte italiane e spagnole. Ma, di questo, parleremo più in là.
Arriviamo così al momento cruciale: l’arrivo delle carte da gioco in Europa. Il come e il quando esatti sono ancora dibattuti. Alcuni studiosi hanno ipotizzato un’introduzione precoce già nel 1200, ma le prove non reggono: spesso la letteratura diventa fonte storica, e autori come Petrarca, Boccaccio e Chaucer, che parlano spesso di giochi d’azzardo, non menzionano mai queste carte. E questo silenzio degli intellettuali medievali è eloquente, ci parla, e ci dice che probabilmente le carte non erano ancora diffuse a quel punto.
A quanto pare, le carte cominciano a comparire improvvisamente nel 1300, in inventari, sermoni e perfino in ordinanze che ne vietano l’uso nei giorni feriali. In alcune ordinanze, si fa riferimento alle carte con la parola naibbe, un termine che deriva dall’arabo. È molto probabile, dunque, che le carte siano arrivate attraverso i contatti con i Mamelucchi, portate in Europa da mercanti, viaggiatori o soldati di ritorno dal Medio Oriente. Da lì, in pochissimo tempo, iniziano ad andare di moda.
Il più antico mazzo europeo completo che conosciamo è italiano, datato tra il 1390 e il 1410, e oggi conservato in un museo spagnolo. Nel Quattrocento nasce anche uno dei prodotti più affascinanti della storia delle carte: i Tarocchi, creati nell’Italia settentrionale unendo il mazzo di carte standard a una serie di carte speciali chiamate Trionfi. I Tarocchi non nascono come strumento esoterico, quella è un’invenzione del Settecento, ma come un gioco complesso. Poi magari ne parleremo in un altro episodio, se ti interessa l’argomento. Nel 1400, le carte europee iniziano a diffondersi rapidamente, soprattutto grazie alla stampa, e la produzione diventa più rapida ed economica, perché non c’erano più gli artigiani a dipingerle. In questo secolo, le carte si trovano ormai in tutte le principali rotte commerciali europee e iniziano a essere un passatempo popolare. Pensa che passatempo antico, eh!
Oggigiorno, il mazzo di carte più famoso al mondo è quello francese, composto da 52 carte con i semi di cuori, quadri, fiori e picche, suddivisi in due colori, rosso e nero. Sono le carte che usiamo per giocare a Poker e a Scala 40, per capirci. L’enorme diffusione delle carte francesi è legata al potere coloniale e commerciale delle nazioni che nel tempo prediligevano questo mazzo, che lo preferivano: la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, che hanno diffuso queste carte in ogni parte del mondo. La semplicità del design, anche, lo ha reso il modello standard internazionale.
Comunque, nel mondo delle carte da gioco, esistono diversi sistemi di semi, e quando parlo di semi parlo di simboli, ok? Questa è la parola che usiamo in Italia, semi. Ognuno di questi semi è legato alla storia e alla tradizione del Paese che li ha sviluppati. Abbiamo i semi francesi, come appena detto,che sono cuori, quadri, fiori e picche. Di nuovo, questi sono i più diffusi al mondo perché semplici da stampare e facili da riconoscere, e anche perché sono usati per la maggior parte dei giochi moderni.
Poi abbiamo i semi tedeschi: cuori, campanelli, foglie e ghiande. Sono molto diffusi nell’Europa germanica.
Poi, ci sono i semi spagnoli: coppe, denari, bastoni e spade, che sono praticamente gli stessi semi, cioè simboli, presenti sulle carte italiane. Ma da dove vengono e che significano? Beh, si tratta di simboli medievali, legati alla cultura cavalleresca e ai mestieri delle città italiane e spagnole. Non sono nati come “semi di carte”, non sono simboli inventati appositamente per le carte, che rappresentano solo carte; tutt’altro! Si tratta di rappresentazioni sociali: il seme “denari” rappresenta i mercanti; il seme “coppe” rappresenta la nobiltà; il seme “spade” rappresenta i soldati, la cavalleria. infine, il seme “bastoni”, rappresenta i contadini. In pratica, le carte raccontano, rappresentano e ricordano la società medievale.
Una cosa interessante, secondo me, che devi sapere, è che le carte, in Italia, non sono tutte uguali. Certo, i semi sono sempre quelli, ma essendo l’Italia un Paese dove cambi accento se ti sposti di 50 km, praticamente con le carte funziona quasi allo stesso modo. Abbiamo le carte napoletane, le più iconiche e più usate, che presentano sempre i semi “spagnoli”, ma con colori vivaci, a volte disegni giganteschi. Poi ci sono le piacentine, le siciliane, le sarde, le trentine, le bolognesi… insomma, ogni regione, più o meno, ha le sue, che variano leggermente nell’aspetto.