Lessico difficile


Note grammaticali


Trascrizione

Se sei qui ad ascoltarmi, probabilmente ami la lingua e la cultura italiana. Probabilmente l’Italia è entrata nella tua vita in modo speciale. Forse studi l’italiano da un po’, vivi, lavori o studi qui in Italia, magari ti sei proprio innamorato o innamorata di un italiano o di un’italiana, oppure, ancora, hai origini italiane, un nonno o una nonna nati in Italia, genitori o parenti che ti hanno raccontato storie di famiglia e adesso vorresti capire se anche tu puoi diventare cittadino italiano.

Se una di queste situazioni ti riguarda, allora potresti essere interessato o interessata all’argomento di oggi, che è proprio la cittadinanza italiana. È facile ottenere la cittadinanza italiana? Come funziona? Quanto tempo ci vuole? Chi può richiederla e con quali documenti? E perché, a volte, sembra che la procedura sia più lunga di una telenovela spagnola?

Io sono Irene e questo è Podcast Italiano, un podcast pensato per aiutarti a imparare l’italiano attraverso contenuti autentici e interessanti. Qui parliamo dell’Italia e dell’italiano in modo semplice e naturale: raccontiamo la storia, la cultura, la società e anche l’attualità del nostro Paese, così che chi studia l’italiano in qualsiasi parte del mondo possa sentirsi un po’ più vicino all’Italia e all’italiano. Questi episodi sono pensati per chi ha un livello di italiano intermedio o avanzato. Ovviamente puoi continuare ad ascoltare anche se hai un livello principiante. Fa sempre bene mettere alla prova le proprie capacità. E se il tuo livello di italiano è ancora principiante, allora ti consiglio di ascoltare anche Podcast Italiano Principiante. È come il “figlio” di Podcast Italiano: lì troverai storie di narrativa, racconti originali con musica, effetti sonori e voci diverse, che danno vita a tanti personaggi e a tantissime avventure: storie di mistero, di paura, d’amore, di fantasia, di amicizia… c’è davvero un po’ di tutto.

In più, ogni episodio di *Podcast Italiano (*e **di Podcast Italiano Principiante) è accompagnato da una trascrizione completa. Questo vuol dire che hai a tua disposizione l’intero testo dell’episodio, tutto ciò che dirò, parola per parola. Così, se c’è una parola che non conosci o un passaggio che non capisci, puoi leggere il testo parola per parola e seguire l’audio con più tranquillità. Con la trascrizione troverai anche un glossario. È davvero una risorsa utile, quindi ti consiglio di usarla: trovi la trascrizione sul sito podcastitaliano.com oppure direttamente nelle note di quest'episodio, che trovi nella piattaforma da cui mi stai ascoltando, Spotify, Apple Podcasts o qualsiasi app di podcast.

Detto questo, passiamo al tema dell’episodio di oggi: la cittadinanza italiana.

Prima di tutto, è importante capire che cos’è la cittadinanza, perché non è solo un pezzo di carta. È un vero e proprio riconoscimento legale: lo Stato ti dice “sei ufficialmente italiano, sei uno dei nostri”. Questo riconoscimento ti dà diritti molto concreti: puoi votare, puoi avere un passaporto che ti permette di viaggiare, vivere e lavorare con facilità in tutti i Paesi dell’Unione Europea, puoi avere accesso ai servizi pubblici, e chi più ne ha più ne metta. Ma la cittadinanza comporta anche dei doveri: rispettare le leggi, contribuire con le tasse, essere presente nella comunità. Sapere che la cittadinanza comporta l’ottemperanza di doveri e diritti ti aiuta a capire perché le autorità controllano bene chi la riceve: non è un favore, non è un regalo, ma una relazione, un patto, una promessa reciproca tra te e lo Stato.

Per capire come diventare cittadino italiano, o cittadina italiana, dobbiamo partire dal caso più comune, e possiamo farlo menzionando un’espressione latina che forse avrai già sentito: lo ius sanguinis.

Lo ius sanguinis è il principio fondamentale per il diritto alla cittadinanza italiana, ed è particolarmente importante in Italia proprio perché su questo principio si basa la maggior parte delle richieste e dei riconoscimenti della cittadinanza italiana. La legge 91 del 1992 stabilisce chiaramente che il modo principale per acquisire la cittadinanza italiana alla nascita è quello del diritto di sangue, anche detto, in latino*, ius sanguinis.* Questo significa che un bambino è considerato cittadino italiano appena nasce se almeno uno dei genitori è italiano, indipendentemente dal luogo in cui nasce.

In pratica, secondo lo ius sanguinis, sei cittadino italiano non perché sei nato in Italia, ma perché sei nato da un italiano, da sangue italiano. È come se la cittadinanza fosse qualcosa che si trasmette, come il cognome, il DNA, i geni, passando da genitore a figlio, anche se quel figlio nasce e cresce in un altro Paese, parla un’altra lingua o non ha mai messo piede in Italia. Il concetto chiave è proprio questo: ciò che conta non è il luogo di nascita, la lingua che si parla o la cultura, ma la linea di sangue.

Ma approfondiamo la questione. Lo ius sanguinis italiano è particolarmente ampio. La legge italiana consente il riconoscimento della cittadinanza senza limiti generazionali, cioè anche se il nonno del nonno del tuo bisnonno era italiano, e poi la famiglia ha vissuto per molte generazioni all’estero, senza imparare la lingua o la cultura italiana, potenzialmente puoi comunque chiedere la cittadinanza italiana. Però… c’è un però. La condizione essenziale è che, con la nascita delle nuove generazioni della tua famiglia, nessuno dei tuoi antenati abbia rinunciato alla cittadinanza italiana, dato che una rinuncia implicherebbe un’interruzione, e quindi non sarebbe più valida la cittadinanza. E inoltre devi avere tutti i documenti che dimostrano ogni passaggio della discendenza. E questo può rendere la situazione un po’ difficile, un po’ spiacevole. Non è facile trovare documenti di, magari, 100 anni fa.

Il principio dello ius sanguinis ha radici storiche molto profonde. A differenza di Paesi come gli Stati Uniti o il Canada che si sono formati con ondate di immigrazione, l’Italia è un Paese che per moltissimo tempo ha avuto un tasso altissimo di emigrazione. Cioè, per oltre un secolo, milioni di italiani sono partiti e hanno creato nuove comunità in vari angoli del mondo. Lo Stato italiano, per non perdere il legame con queste persone e i loro discendenti, ha scelto un modello di cittadinanza che permette loro, anche dopo molte generazioni, di continuare a essere considerati parte della comunità italiana. È anche un modo, almeno nelle intenzioni, di mantenere un rapporto culturale e affettivo con la cosiddetta diaspora italiana.

La diaspora italiana è il fenomeno storico legato all’emigrazione di massa degli italiani verso altri Paesi, iniziato principalmente alla fine del 19 secolo. La parola “diaspora” deriva dal greco e significa “dispersione”: indica quindi una popolazione che si sposta e si diffonde lontano dalla sua terra d’origine. Parliamo quindi di tutti quegli italiani che hanno lasciato l’Italia in cerca di lavoro, opportunità o migliori condizioni di vita e che si sono stabiliti in altre nazioni, come l’Argentina, gli USA, il Brasile, il Canada, portando con sé la loro cultura, la lingua, le tradizioni e, soprattutto, figli e famiglia.

Comunque, capire lo ius sanguinis è fondamentale anche per comprendere alcuni problemi attuali. Rifletti su questa cosa: i figli degli italiani emigrati, nati all’estero, possono diventare cittadini italiani senza vivere un solo giorno in Italia, senza parlare italiano, magari dicono pure brusceta invece di bruschetta; mentre i bambini che, invece, nascono e crescono qui, in Italia, parlano l’italiano, vanno a scuola con bambini italiani, ma hanno genitori stranieri, non sono italiani alla nascita perché, in questo caso, non avendo genitori italiani che, per così dire, gli trasmettono il “sangue italiano”, lo ius sanguinis non si applica. Infatti questi bambini devono aspettare i diciotto anni per poter presentare la richiesta di cittadinanza.

Questa differenza crea spesso discussione politica proprio perché, nella vita quotidiana, molti bambini e ragazzi nati e cresciuti in Italia, da famiglie straniere, che si sentono (e, secondo me, sono) italiani in tutto e per tutto, magari parlano anche con accento romano o napoletano, dalla legge sono considerati stranieri fino all’età adulta, fino ai 18 anni. Ma di questo parliamo fra poco. Secondo la legge italiana, quindi, essere italiani non significa nascere, crescere, e vivere in Italia, parlando l’italiano e praticando la cultura italiana tutti i giorni, ma semplicemente avere parenti italiani, avere sangue italiano che scorre nelle vene.

Quindi, se hai origini italiane, potenzialmente potresti richiedere e ottenere la cittadinanza italiana anche tu. Come ha fatto Michael Bublé, nipote di Demetrio e Iolanda. Sappiamo che quando cantava “… but I wanna go home, I’ve got to go home” probabilmente intendeva che voleva venire proprio in Italia. Comunque, resta fino alla fine del podcast perché facciamo un po’ di gossip e ti parlo di 3 VIP internazionali che hanno la cittadinanza italiana. Ovviamente, per chi è ricco e famoso, ottenere la cittadinanza italiana non deve essere tanto difficile. Ma per te, comune mortale, potrebbe essere un processo molto lento e magari anche costoso.